Per la decima volta almeno (ormai non le contava più), Maigret riagganciò il telefono, accese la pipa con uno sguardo di rimprovero alla pioggia insistente e fredda che cadeva al di là dei vetri e, afferrata la penna, tornò a concentrarsi sul rapporto cui aveva messo mano un’ora prima e che non riempiva ancora mezza pagina.
Maigret non era del tutto convinto. Si grattò la testa, scelse un paio di pipe e se le fece scivolare in tasca, quindi si affacciò alla stanza degli ispettori.
“Allora si trovi al Quai des Orfèvres fra una mezz’ora”.
Riattaccò e andò a recuperare la pipa e il cappello.
“Bene. Può fumare, se vuole”.
“Non fumo”.
Già. Maigret se n’era dimenticato. Lognon non fumava perché a sua moglie l’odore di tabacco dava fastidio.
La porta che separava il suo ufficio da quello degli ispettori era aperta. Sentiva Janvier e Lapointe chiamare i vari numeri di telefono e inventarsi ogni volta una storia diversa. E a poco a poco sprofondava nella poltrona, tirando sempre più raramente una boccata di pipa.
Quando il fattorino bussò alla porta, e non ricevendo risposta la socchiuse, Maigret dormiva con la pipa penzolante dalle labbra.
Maigret si tolse il cappotto, passò nell’ufficio attiguo per vedere se c’erano messaggi, quindi prese posto alla sua scrivania e cominciò a caricare la pipa.
Continuava ad avanzare fumando la pipa: in base ai suoi calcoli, l’inseguitore stava per raggiungere il passaggio. Ancora una decina di passi. Ecco, adesso c’era…
Maigret cominciò a caricare una pipa con gesti lenti e precisi, e intanto riprendeva fiato. Poi si diresse verso una credenza a vetri che conteneva bicchieri.
Maigret prese posto sul sedile posteriore e cominciò ad accendersi la pipa.
“Non credo che il fumo la disturbi…” disse gentilmente alla donna.
In certi momenti era così comica che l’autista stentava a non ridere. Quanto a Maigret, tirava piccole boccate dalla sua pipa, sforzandosi di restare serio.
“Mi scusi, non avevo capito che stesse parlando con me. Qui non ne ho, perché fumo solo la pipa. Ma gliene darò non appena arriviamo”.